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Un ragno dal Triassico

Un nuovo genere di aracnide fossile è stato descritta dalla formazione delle Dolomie di Forni (depositate in ambienta lagunare circa 228 milioni di anni fa), provincia di Udine nel Friuli, da cui il nome Friularachne rigoi gen. et sp. nov.  Ritrovamenti di questo genere sono molto rari - a tutt'oggi solo quattro specie di ragni sono state descritte da sedimenti del Triassico.

L'olotipo fossile e disegno interpretativo di Friularachne rigoi (VECCHIA & SELDEN 2013) e ricostruzione dell'animale ad opera dell' artista Lukas Panzarin, immagine ripresa dal post "Friularachne rigoi (Dalla Vecchia and Selden 2013): New Triassic Spider!", pubblicato 24/01/2013 sul blog "Theropoda" a cura di A. CAU.
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Ricercatori italiani svelano la vita e la morte di un nuovo dinosauro

Secondo leggenda fu il caso ad aiutare i ricercatori nel 1923. La spedizione del naturalista americano Roy Chapman Andrews si era persa in un labirinto di gole scavate dall´erosione nel deserto dell´Asia Centrale, quando decisero di chiedere informazioni a una remota base militare nel bel mezzo del niente. Il fotografo della spedizione, John B. Shackelford, abbastanza annoiato a questo punto, si fermo a osservare il panorama ai bordi di una parete di roccia quando si accorse di frammenti di ossa emerge dal sedimento. Dopo brevi scavi emersero intere ossa di dinosauro e di piccoli mammiferi e più sorprendente delle gigantesche uova.
Uova di dinosauro erano fossili molto rari a quei tempi, ma grazie a questa scoperta Andrews sarà in grado di descrivere perfino interi nidi. 
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Dai dinosauri ai calanchi 2-6 gennaio 2012

 
Comunicato stampa del 31 dicembre 2011
“Dai dinosauri ai calanchi”.
Mostra scientifico-didattica presso l’Auditorium S. Agostino ad Atri (TE).
 
L’Associazione ANTEO (Associazione Natura Terra E Oceano) di Pescara, in collaborazione con la Riserva Naturale Regionale Oasi WWF “Calanchi di Atri” e con il patrocinio del Comune di Atri organizza la mostra dal titolo “Dai dinosauri ai calanchi”, che si terrà dal 2 al 6 gennaio 2012 presso l’auditorium S. Agostino di Atri, tutti i pomeriggi dalle 16 alle 20.
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La Toscana: Terra di balene e vermi mangia-ossa

"Dicono che il mare è freddo, ma il mare contiene il sangue più caldo di tutti,
il più selvaggio, il più urgente."
"Whales Weep Not!" D.H. Lawrence (1885-1930)

Gli abissi marini sono stati spesso comparati con un deserto in cui solo occasionalmente si trovano delle oasi - campi idrotermali in cui sorgenti di acqua bollente offrono abbastanza energia da alimentare un ecosistema, oppure le carcasse in decomposizione di grandi animali marini.
I processi tafonomici in mare aperto differiscono notevolmente da quelli osservabili vicino alla costa o in acque poco profonde - anche se purtroppo ancora poco si conosce sui fattori che gli influenzano - soprattutto se si tratta di gigantesche carcasse, come per esempio di balena. Si presume che la decomposizione di un corpo cosi grande è influenzata in una prima fase dalla profondità della colonna d´acqua e la pressione idrostatica, due fattori che influenzano il tempo in cui la carcassa galleggia nell´acqua. Una volta raggiunto il fondo, la decomposizione della balena segue una successione generale con diverse ondate di animali spazzini e saprofagi. La carne è rapidamente rimossa da grandi animali, come per esempio squali. I resti, come tessuto adiposo e cartilagine, sono colonizzati più lentamente  da organismi che si cibano sia dei resti organici che dal denso tappeto di batteri che si sviluppa su di essi. Dopo alcuni mesi rimangono solo le ossa, anch´esse sono colonizzate da una comunità di specie molto interessante è specializzata per quest'ambiente estremo composta principalmente da batteri, molluschi e policheti. 
Gli esempi di grandi balene morte studiate oggigiorno sono abbastanza rari e imprese difficili (al minimo serve un sottomarino), ma il record fossile, soprattutto del Neogene, ha restituito materiale molto interessante e di relativamente facile accesso.
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Sauri delle Dolomiti

Fino a trenta anni fa, nessun paleontologo avrebbe mai pensato di trovare tracce di dinosauri nell'area dolomitica. L´apparente mancanza di dinosauri sul territorio fu spiegata con la ricostruzione paleoambientale che collocava l´area dell'odierna Italia in un vasto mare (la Tetide), in parte profondo, in cui crescevano barriere coralline e si depositarono marne e limi - però nessuna estesa terraferma che poteva ospitare dinosauri.

Ma nel 1941 il paleontologo tedesco Friedrich von Huene descrisse una piccola impronta tridattila (lunga 6-7cm) ritrovata in sedimenti di delta fluviale sui Monti Pisani presso Agnano (Toscana), datata a 230 milioni di anni. Huene chiamo l´icnospecie appropriatamenteCoelurosaurichnus toscanus e la attribuì a un ceratosauride di piccole dimensioni. L´icnofossile fu esposto nel Museo di Geologia e Paleontologia di Firenze e si dovette aspettare fino al 1985 per ampliare questa prima collezione di dinosauri italiani.

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Il terremoto dell´Aquila: Apre il processo

Nella mattinata del 6. Aprile alle 3:32 un terremoto con una magnitudo di 6.9 secondo la scala Richter modificata scosse la regione dell´Aquila, 45 città e paesi furono affetti, 1.600 persone ferite,20.000 edifici danneggiati e 65.000 persone dovettero evacuare le loro abitazioni e 308 persone morirono sotto i detriti di edifici. 
La regione del Abruzzo é conosciuta per l´attività sismica nel presente e nel passato, anche nel 2009 lieve scosse erano state osservate per mesi e il 5. Aprile una scossa di 3.9 fu avvertita dai abitanti dell´Aquila.

Il terremoto e il disastro risultante hanno avuto grandi ripercussioni nei media, nella politica e anche nell´ambito legale dell´Italia.
Si apre oggi il processo per negligenza e omicidio colposo nei confronti di sei scienziati e un rappresentante governativo - Enzo Boschi, allora presidente dell'INGV, Franco Barberi dell´Università di Roma, Mauro Dolce della protezione civile, Claudio Eva dell´Università di Genova, Giulio Selvaggi, direttore dell'INGV, Gian Michele Calvi, presidente del centro sismico di Genova e Bernardo De Bernardinis, vicedirettore del dipartimento della protezione civile. 
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19 settembre 1991: L´Uomo venuto dal ghiaccio

È stata una morte veloce e solitaria, ferito da una freccia nella schiena l´uomo con un'età stimata di 45 anni muore dissanguato in pochi minuti. Il corpo fu lasciato sul luogo del delitto - forse gli aggressori pensarono che animali e il tempo avrebbe cancellato tutte le prove, ma nel clima freddo e secco in 3.200 metri il corpo cominciò a essiccare e grandi spazzini non si avventurano in questo regno desolato. Durante l´inverno neve ricopre il canalone in cui si trova il corpo, trasformandosi lentamente in ghiaccio questa coperta proteggerà e conserverà i resti umani per i prossimi millenni.

Il 19 settembre 1991 - 20 anni fa - due turisti tedeschi, Erika e Helmut Simon, in escursione nei pressi del Rifugio Similaun scoprono il corpo dopo un periodo di forte ablazione dei ghiacciai, aiutato dal clima mite a fine estate e depositi di sabbia del Sahara sul ghiaccio. La mummia diverrà presto conosciuta col nomignolo di Ötzi - un'unica capsula del tempo per studiare una persona conservata direttamente dal periodo della cultura del rame in Europa.

Fig.1. Il monumento sul sito della scoperta di "Ötzi".
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Icnologia Italiana

L´icnologia è considerata disciplina relativamente giovane delle scienze della terra, anche se come i comuni fossili, i segni e tracce lasciati da organismi del passato (soprattutto di vertebrati) erano state notate già nell'antichità. A quei tempi furono interpretati in chiave mitologica, come impronte lasciate da dei,santi o perfino mostri. Ancora nel 1800 impronte tridattile ritrovate in sedimenti del Giurassico del Connecticut furono attribuite al corvo liberato da Noe dopo il diluvio universale. 
Una delle prime interpretazioni scientifiche di cui siamo a conoscenza proviene dal genio di Leonardo da Vinci (1452-1519), che osservando particolari segni sulla superficie degli strati di rocce scrive: 

"Come nelle falde, infra l´una e l´altra si trovano ancora gli andamenti delli lombrici, che caminavano infra esse quando non erano asciutte"
Purtroppo come molte scoperte di Leonardo, anche questa non fu mai pubblicata e non contribuisce allo sviluppo delle scienze geologiche. 

Anche la prima pubblicazione naturalistica su delle impronte fossili è italiana e data indietro al 1648, il "Musaeum Metallicum" del filosofo e naturalista Ulisse Aldrovandi (1522-1605). Aldrovandi descrive varie forme e fossili, che in parte riconosce come resti di organismi pietrificati. Anche le scoperte e conoscenze di Aldrovandi, in contrasto con la religione di quei tempi, furono ignorate e dimenticate. 
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La storia e geologia del primo dinosauro italiano: Scipionyx samniticus

"In geologia non possiamo dispensarci dal fare delle congetture: giacche dunque siamo condannati a sognare , procuriamo che i nostri sogni siano come quelli degli uomini sani, che abbiano, cioè, un aspetto di verisimiglianza, e non siano come quelli delle persone malate, nei quali si fanno strane combinazioni di fantasmi inverisimili e contrari alla natura."
"Introducione alla Geologia" (1811) del filosofo naturale Scipione Breislak

Il calcare di colore grigio-giallo a grana finissima che si puó trovare nei pressi del villaggio di Pietraroja (Provincia di Benevento/Campania) era in passato una roccia ampiamente utilizzata nell´edilizia, ma questo antico sedimento forniva anche altri tesori - fossili in un stato di preservazione straordinario.

http://storiadellageologia.blogspot.com

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Le scienze della terra nelle notizie: tra balena-volpe e il Tyrannosaurus mangiauomini

Nonostante il dato di fatto che le scienze geologiche a paleontologiche dovrebbero svolgere un ruolo importante nella nostra società - ricordiamo l´effetto devastante dei terremoti su scala globale, su scala piú locale l´impatto di frane, oppure i ripetuti tentativi del creazionismo italiano di spacciarsi come scienza e di interpretare catastrofi naturali come giudizio divino.
La realtá mediatica é purtroppo spesso molto diversa - le notizie vengono riportate come un miscuglio di ignoranza, mancato interesse e malintesi, oppure adattate per promuovere scopi propri o politici.  

Nel campo delle scienze geologiche questi malintesi possono avere anche gravi implicazioni - lanotizia che il tribunale dell´Aquila ha accontensito al processo per l´accusa di omicidio colposo plurimo a vari sismologi ha suscitato meraviglia nel mondo accademico internazionale - sconcertante sono anche commenti, sopratutto in rete, che affermano che il terremoto era prevedibile in generale, ma in specifico grazie all´emanazione del Radon dal sottosuolo.
La connessione tra Radon é movimenti del sottosuolo é ancora dubbia, anche se studiata da alcuni anni. Prima di molte scosse non é stato osservato nessuna variazione nel Radon, oppure a un alto valore di Radon non coincide nessun terremoto, non é chiaro a che scala il Radon puó essere emesso dalla terra (per esempio a distanza di chilometri dall´epicentro?), inoltre il Radon puó essere generato anche da molti altri fenomeni geologici non connessi a terremoti (come per esempio frane).
Una previsione reale deve peró essere in grado di inquadrare la posizione, le data e la forza di un specifico evento - le cosidette "previsioni" dell´Aquila hanno chiaramente mancato il punto e la data del sisma.

Nel campo della paleontologia i risultati finali di una cattiva informazione forse non sono cosi gravi, ma comunque un tale giornalismo è vergognoso é sarebbe spesso evitabile con semplice procedure (per esempio leggere gli articoli originali di certe notizie).

Nel Dicembre 2007 l´ANSA italiana pubblica questa notizia del ritrovamento di un nuovo genere di mammifero dell´Eocene dell´India - Indohyus.
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