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Tracce fossili di vita su Marte? Ipotesi scaturita dalle foto dei rover!

Una forma di vita elementare e microbica che ha lasciato tracce fossili sui sedimenti di Marte è stata individuata grazie alle foto inviate dai Rover della NASA. L'ipotesi è scaturita grazie alle analisi eseguite da diversi studi eseguiti su alcune immagini inviate dalle sonde marziane. Le immagini analizzate hanno evidenziato delle strutture nelle quali si possano riconoscere strutture molto simili formatesi sulla Terra grazie alla presenza e all'azione di microrganismi. Uno studio firmato da Nora Noffke su Astrobiology, prende in esame alcune formazioni rocciose di origine sedimentaria fotografate dal Rover della NASA Curiosity sull'affioramento denominato "Gillespie". Tale studio confrontando tali formazioni rocciose con esempi terrestri noti e studiati, mette in evidenza una origine dovuta ad azione di microorganismi.

 

Uno studio simile è stato presentato dai ricercatori italiani Giorgio Bianciardi, Vincenzo Rizzo e Nicola Cantasano per l'International journal of aeronautical and space sciences. I ricercatori italiani hanno preso in esame i cosiddetti "blueberries" ("mirtilli") fotografati dal “veterano” Opportunity, sul pianeta rosso da oltre dieci anni, strane sferule la cui origine potrebbe essere frutto del lavoro di forme di vita microscopica. Il lavoro dei ricercatori ha confrontato i "blueberries" con le stromatoliti che hanno avuto una grandissima diffusione nel passato geologico e sedimentario della nostra Terra milioni e miliardi di anni fa. Curiosity ha già permesso di confermare che in passato, sulla superficie di Marte vi fossero condizioni adatte allo sviluppo di forme di vita elementare , infatti, da oltre 2 anni, cammina nel bacino di una antico lago.

Questi recenti studi potrebbero essere un primo grande passo avanti per la comprensione dello sviluppo della vita sul pianeta rosso. Ma come ribadiscono i ricercatori, non sono ancora la prova inconfutabile della vita su Marte. Per la “Prova” si dovrà attendere un riscontro diretto, magari, in futuro si potranno raccogliere dei campioni e spedirli sulla Terra per una analisi ed uno studio diretto che confuti o chiarisca l'origine di tali strutture.

Link:

http://online.liebertpub.com/doi/pdf/10.1089/ast.2014.1218

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