Nasa: scoperta vita extra terrestre
Un microbo rinvenuto in fondo a un lago
Clamoroso annuncio della Nasa: una prova che dimostrerebbe la vita su altri pianeti. "Una scoperta in astrobiologia" che dimostrerebbe l'esistenza di un'altra forma di vita, anche sulla Terra. Convocata una conferenza stampa per giovedì. La forma di vita sarebbe un microbo in grado di sopravvivere in un ambiente letale. Il batterio è stato trovato in fondo al Mono Lake, nel Parco Nazionale di Yosemite, in California, una lago ricco di arsenico.
La creatura usa l'arsenico per sopravvivere e questa capacità, secondo l'agenzia spaziale americana, aumenta la prospettiva che una forma di vita simile possa esistere su altri pianeti che non hanno la nostra atmosfera.
Lewis Dartnell, astiobiologo del Centro per le Scienze Planetarie di Londra, ha sottolineato: "Se questi organismi utilizzano l'arsenico nel loro metabolismo, ciò dimostra che ci sono altre forme di vita rispetto a quelle che conosciamo. Sono alieni, ma alieni che condividono lo stesso nostro ambiente".
L'Agenzia Spaziale annuncerà i risultati della ricerca in una conferenza stampa dal titolo 'Una scoperta dell'astrobiologia che avrà conseguenze sulla ricerca di prove della vita extraterrestre".
http://www.tgcom.med...olo497235.shtml
1
Nasa: scoperta vita extra terrestre
Iniziato da
bisnonno
, dic 02 2010 10:42
9 risposte a questa discussione
#1
Inviato 02 dicembre 2010 - 10:42
#2
Inviato 02 dicembre 2010 - 12:25
...bhe, non è così extraterrestre...
il titolo spara piuttosto alto
il titolo spara piuttosto alto
#3 Guest_Simone93_*
Inviato 02 dicembre 2010 - 04:24
Citazione
...bhe, non è così extraterrestre...
il titolo spara piuttosto alto
il titolo spara piuttosto alto
Stessa cosa dico io...
Comunque resta sempre interessante
Simone
#4
Inviato 02 dicembre 2010 - 06:14
E' il Tgcom!
Sarebbe interessante sapere cosa dice veramente lo studio scientifico poichè da dire che è stato scoperto un microbo che vive in condizioni proibitive per molte altre forme di vita a dire che è stata individuata una forma di vita aliena ce ne corre!
Purtroppo questa discussione rientra nei tanti travisamenti volontari o meno dei giornalisti, che determinano sortite sensazionaliste.
L'esistenza di forme di vita in ambienti estremi è cosa ben nota: sono state trovate forme di vita (tiobatteri) vicino alle esalazioni vulcaniche delle profondità abissali, nei laghi di acqua sotto i ghiacci polari, la vita è stata trovata fino a 5,3 km sotto la superficie, dove la pressione è di 1500 volte superiore a quella in superficie e la temperatura di un centinaio di gradi
Intanto, c'è chi l'ha sparata ancora più grossa del Tgcom, Roberto Pinotti del Centro Ufologico Nazionale: "Confermerebbe che siamo tutti alieni"
Sarebbe interessante sapere cosa dice veramente lo studio scientifico poichè da dire che è stato scoperto un microbo che vive in condizioni proibitive per molte altre forme di vita a dire che è stata individuata una forma di vita aliena ce ne corre!
Purtroppo questa discussione rientra nei tanti travisamenti volontari o meno dei giornalisti, che determinano sortite sensazionaliste.
L'esistenza di forme di vita in ambienti estremi è cosa ben nota: sono state trovate forme di vita (tiobatteri) vicino alle esalazioni vulcaniche delle profondità abissali, nei laghi di acqua sotto i ghiacci polari, la vita è stata trovata fino a 5,3 km sotto la superficie, dove la pressione è di 1500 volte superiore a quella in superficie e la temperatura di un centinaio di gradi
Intanto, c'è chi l'ha sparata ancora più grossa del Tgcom, Roberto Pinotti del Centro Ufologico Nazionale: "Confermerebbe che siamo tutti alieni"
#5
Inviato 07 dicembre 2010 - 08:10
semplicemente che questo batterio usa l'arsenico al posto del fosforo... tutto lì...
consiglio sull'argomento di leggere il post del buon Marco Ferrari: http://leucophaea.bl...oso-per-la.html
consiglio sull'argomento di leggere il post del buon Marco Ferrari: http://leucophaea.bl...oso-per-la.html
#6
Inviato 09 dicembre 2010 - 04:12
Ricerca Nasa non sarebbe mai dovuta essere pubblicata
Proprio come successe per il meteorite marziano svelato nel 1996 dalla Nasa, nella comunità scientifica è scoppiata la polemica sulle più recenti rivelazioni dell’agenzia aerospaziale americana.
Nel 1996, Nasa aveva annunciato l’esistenza di forme di vita sul Pianeta Rosso. Sulla roccia erano presenti invece solo fossili di microrganismi, forme che potevano essere riprodotte anche in un ambiente privo di vita. In quell’occasione un numero consistente di scienziati aveva criticato la ricerca (anch’essa, curiosamente, pubblicata sulla rivista scientifica “Science”) perché le sue scoperte non erano dimostrabili scientificamente.
Lunedì 29 novembre Nasa ha pubblicato un comunicato stampa enigmatico che indiceva “per giovedì 2 dicembre una conferenza stampa per discutere una scoperta astrobiologica che avrà un impatto profondo sulla ricerca per le prove dell’esistenza di forme di vita extraterrestre”. Subito dopo la sua pubblicazione, su internet si sono rincorse le voci sulla possibile entità della scoperta dell’agenzia aerospaziale statunitense. Il sito “Gawker” si chiedeva se Nasa non avesse scoperto vita su uno dei satelliti di Saturno.
La verità venne prontamente svelata il 2 dicembre scorso. Durante la conferenza stampa, gli scienziati Nasa hanno descritto la loro trovata, contemporaneamente questa veniva pubblicata sul sito web della rivista scientifica “Science”. Gli scienziati non avevano scoperto forme di vita sulle lune di Saturno; avevano invece trovato il batterio GFAJ-1 nel Mono Lake, in California.
Dopo averlo isolato, gli scienziati Nasa sono riusciti a crescere il batterio in laboratorio immettendolo in un brodo primordiale. Sostituendo la quantità di fosfato (una molecola composta da un atomo di fosforo e quattro di ossigeno) presente nell’impasto con arseniato (un atomo di arsenico e quattro di ossigeno) il batterio ha continuato –sorprendentemente- a crescere. Gli scienziati hanno quindi dedotto che il Dna del batterio contenesse arsenico, un elemento finora considerato tossico.
Sabato 4 dicembre, la professoressa di microbiologia dell’università della British Columbia Rosie Redfield ha attaccato gli scienziati Nasa. Nel weekend diversi altri scienziati si sono uniti al coro.
Il giornale online Slate ha quindi intervistato altri esponenti della comunità scientifica per capire l’esatta entità della ‘sensazionale’ scoperta Nasa.
Il microbiologo Forest Rowher dell’università di San Diego State sostiene che “nessuno degli argomenti dell’agenzia americana sono pienamente convincenti. Shelley Cooper dell’università del Colorado crede che Nasa “non avrebbe mai dovuto pubblicare la ricerca”.
Nessuno degli scienziati intervistati, molti dei quali hanno firmato nel 2007 una ricerca della National Academies of Sciences che –fra le altre- chiedeva anche ricerche su possibili forme di vita aliene che utilizzano l’arsenico, ha negato la possibilità che un batterio come GFAJ-1 possa effettivamente esistere. Ma tutti credono che l’agenzia americana non abbia preso le precauzioni necessarie per evitare risultati svianti.
Secondo il microbiologo Alex Bradley di Harvard, inconsciamente, gli scienziati Nasa hanno messo in mostra i difetti del loro esperimento. Sul blog “We, Beasties” Bradley li descrive. Gli scienziati Nasa hanno immerso il Dna in acqua e i composti di arsenico si disgregano velocemente nell’acqua; se fossero veramente i geni del microbo, si sarebbero dovuti quindi sfaldare in frammenti. Invece, fa notare Bradley, il Dna è rimasto intatto in grossi pezzi –presumibilmente perché era formato da fosfato.
Come faceva il batterio a usare fosfato se il laboratorio non glielo somministrava? È proprio qui l’errore. Gli scienziati dell’agenzia aerospaziale statunitense somministravano al microrganismo sali che –anche loro- ammettono contenevano piccole quantità di fosfato.
Bradley fa notare che nel Mar dei Sargassi (la porzione dell’Oceano Atlantico compresa fra gli arcipelaghi delle Grandi Antille e le Azzorre) dove la quantità di fosfato è 300 volte inferiore alla quantità presente nel brodo primordiale della Nasa, sono presenti diverse tipologie di microorganismi.
“Bassi livelli di fosfato, investigatori ingenui e lettori non preparati sono la vera storia”, ha dichiarato Norman Pace dell’università del Colorado.
Quando gli fu proposto di replicare alle accuse, due dei responsabili della scoperta Nasa non hanno voluto commentare. Ronald Oremland del U.S. Geological Survey ha invece spiegato che “non possiamo partecipare a un dibattito su un forum. Se ci siamo sbagliati, allora altri scienziati dovrebbero essere stimolati a provare a riprodurre i nostri risultati. Se siamo esatti (e ne sono fermamente convinto) i nostri competitori saranno d’accordo con noi e ci aiuteranno a migliorare la nostra comprensione di questo fenomeno. Non vedo l’ora che lo facciano”.
Felisa Wolfe-Simon dell’istituto astrobiologico della Nasa ha avvertito che “qualsiasi discorso dovrebbe essere disponibile per un’analisi dei colleghi alla stessa maniera della nostra ricerca. Il modo di presentare gli argomenti non è quello corretto per portare avanti un dibattito scientifico e non risponderemo in questa maniera”.
Nonostante il fatto che i responsabili della ricerca Nasa hanno portato avanti la scienza a colpi di comunicati e conferenze stampe, la professoressa Redfield è d’accordo col fatto che gli scienziati Nasa si rifiutino di rispondere nel merito. Pertanto sta preparando una lettera formale da presentare alla rivista “Science”.
http://www.america24...sere-pubblicata
Proprio come successe per il meteorite marziano svelato nel 1996 dalla Nasa, nella comunità scientifica è scoppiata la polemica sulle più recenti rivelazioni dell’agenzia aerospaziale americana.
Nel 1996, Nasa aveva annunciato l’esistenza di forme di vita sul Pianeta Rosso. Sulla roccia erano presenti invece solo fossili di microrganismi, forme che potevano essere riprodotte anche in un ambiente privo di vita. In quell’occasione un numero consistente di scienziati aveva criticato la ricerca (anch’essa, curiosamente, pubblicata sulla rivista scientifica “Science”) perché le sue scoperte non erano dimostrabili scientificamente.
Lunedì 29 novembre Nasa ha pubblicato un comunicato stampa enigmatico che indiceva “per giovedì 2 dicembre una conferenza stampa per discutere una scoperta astrobiologica che avrà un impatto profondo sulla ricerca per le prove dell’esistenza di forme di vita extraterrestre”. Subito dopo la sua pubblicazione, su internet si sono rincorse le voci sulla possibile entità della scoperta dell’agenzia aerospaziale statunitense. Il sito “Gawker” si chiedeva se Nasa non avesse scoperto vita su uno dei satelliti di Saturno.
La verità venne prontamente svelata il 2 dicembre scorso. Durante la conferenza stampa, gli scienziati Nasa hanno descritto la loro trovata, contemporaneamente questa veniva pubblicata sul sito web della rivista scientifica “Science”. Gli scienziati non avevano scoperto forme di vita sulle lune di Saturno; avevano invece trovato il batterio GFAJ-1 nel Mono Lake, in California.
Dopo averlo isolato, gli scienziati Nasa sono riusciti a crescere il batterio in laboratorio immettendolo in un brodo primordiale. Sostituendo la quantità di fosfato (una molecola composta da un atomo di fosforo e quattro di ossigeno) presente nell’impasto con arseniato (un atomo di arsenico e quattro di ossigeno) il batterio ha continuato –sorprendentemente- a crescere. Gli scienziati hanno quindi dedotto che il Dna del batterio contenesse arsenico, un elemento finora considerato tossico.
Sabato 4 dicembre, la professoressa di microbiologia dell’università della British Columbia Rosie Redfield ha attaccato gli scienziati Nasa. Nel weekend diversi altri scienziati si sono uniti al coro.
Il giornale online Slate ha quindi intervistato altri esponenti della comunità scientifica per capire l’esatta entità della ‘sensazionale’ scoperta Nasa.
Il microbiologo Forest Rowher dell’università di San Diego State sostiene che “nessuno degli argomenti dell’agenzia americana sono pienamente convincenti. Shelley Cooper dell’università del Colorado crede che Nasa “non avrebbe mai dovuto pubblicare la ricerca”.
Nessuno degli scienziati intervistati, molti dei quali hanno firmato nel 2007 una ricerca della National Academies of Sciences che –fra le altre- chiedeva anche ricerche su possibili forme di vita aliene che utilizzano l’arsenico, ha negato la possibilità che un batterio come GFAJ-1 possa effettivamente esistere. Ma tutti credono che l’agenzia americana non abbia preso le precauzioni necessarie per evitare risultati svianti.
Secondo il microbiologo Alex Bradley di Harvard, inconsciamente, gli scienziati Nasa hanno messo in mostra i difetti del loro esperimento. Sul blog “We, Beasties” Bradley li descrive. Gli scienziati Nasa hanno immerso il Dna in acqua e i composti di arsenico si disgregano velocemente nell’acqua; se fossero veramente i geni del microbo, si sarebbero dovuti quindi sfaldare in frammenti. Invece, fa notare Bradley, il Dna è rimasto intatto in grossi pezzi –presumibilmente perché era formato da fosfato.
Come faceva il batterio a usare fosfato se il laboratorio non glielo somministrava? È proprio qui l’errore. Gli scienziati dell’agenzia aerospaziale statunitense somministravano al microrganismo sali che –anche loro- ammettono contenevano piccole quantità di fosfato.
Bradley fa notare che nel Mar dei Sargassi (la porzione dell’Oceano Atlantico compresa fra gli arcipelaghi delle Grandi Antille e le Azzorre) dove la quantità di fosfato è 300 volte inferiore alla quantità presente nel brodo primordiale della Nasa, sono presenti diverse tipologie di microorganismi.
“Bassi livelli di fosfato, investigatori ingenui e lettori non preparati sono la vera storia”, ha dichiarato Norman Pace dell’università del Colorado.
Quando gli fu proposto di replicare alle accuse, due dei responsabili della scoperta Nasa non hanno voluto commentare. Ronald Oremland del U.S. Geological Survey ha invece spiegato che “non possiamo partecipare a un dibattito su un forum. Se ci siamo sbagliati, allora altri scienziati dovrebbero essere stimolati a provare a riprodurre i nostri risultati. Se siamo esatti (e ne sono fermamente convinto) i nostri competitori saranno d’accordo con noi e ci aiuteranno a migliorare la nostra comprensione di questo fenomeno. Non vedo l’ora che lo facciano”.
Felisa Wolfe-Simon dell’istituto astrobiologico della Nasa ha avvertito che “qualsiasi discorso dovrebbe essere disponibile per un’analisi dei colleghi alla stessa maniera della nostra ricerca. Il modo di presentare gli argomenti non è quello corretto per portare avanti un dibattito scientifico e non risponderemo in questa maniera”.
Nonostante il fatto che i responsabili della ricerca Nasa hanno portato avanti la scienza a colpi di comunicati e conferenze stampe, la professoressa Redfield è d’accordo col fatto che gli scienziati Nasa si rifiutino di rispondere nel merito. Pertanto sta preparando una lettera formale da presentare alla rivista “Science”.
http://www.america24...sere-pubblicata
#7
Inviato 09 dicembre 2010 - 08:31
dal che si deduce che pur di apparire... a proposito che fine ha fatto il dinosauro in chiesa? è andato a farsi benedire?
#8
Inviato 09 dicembre 2010 - 09:02
no un angelo la portato in PARADISO
Michele
Michele
#9
Inviato 09 dicembre 2010 - 12:35
Citazione
dal che si deduce che pur di apparire... a proposito che fine ha fatto il dinosauro in chiesa? è andato a farsi benedire?
è andato a finire come pensavamo
http://www.paleofox....1.html#msg39871
#10
Inviato 29 dicembre 2010 - 12:33
intanto è possibile che sia una bufala e che più che altro il batterio semplicemente riesca a vivere in presenza di arsenico.
dibarttito apertissimo
dibarttito apertissimo