Vai al contenuto

IPBoard Styles©Fisana

- - - - -

Il genere Homo comparve più di 3 milioni di anni fa?


  • Per cortesia connettiti per rispondere
16 risposte a questa discussione

#1 bisnonno

bisnonno

    Ultra Sapiens

  • Sostenitore
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 5435 Messaggi:

Inviato 21 maggio 2015 - 05:42

Da  "Le Scienze"  

Fonte, Link : http://www.lescienze...minidi-2615449/

20 maggio 2015

   Il genere Homo comparve più di 3 milioni di anni fa?

Una serie di pietre scheggiate e semilavorate scoperte nel sito di Lomekwi 3, nei pressi del lago Turkana, risalgono a 3,3 milioni di anni fa e retrodatano di ben 700.000 anni il primo utilizzo di utensili da parte dei nostri antenati. Dato che la produzione di utensili scheggiati è associata alla comparsa del genere Homo, la scoperta farebbe anticipare di svariate centinaia di migliaia di anni la presenza dei primi individui del nostro genere.

Risalgono a 3,3 milioni di anni fa i reperti scoperti in Kenya che retrodatano di ben 700.000 anni l'uso di utensili in pietra da parte di nostri antenati del genere Homo, in questo caso ominidi di una specie ancora non ben specificata. Il risultato, descritto in un articolo di “Nature”firmato da Sonia Harmand dell'Università di Stony Brook, nello stato di New York, e colleghi di un'ampia collaborazione internazionale, consentono di riscrivere una parte della storia evolutiva dell'uomo.

Nella visione più comunemente accettata dell'evoluzione umana, l'inizio della produzione di utensili scheggiati in pietra è associato alla nascita del genere Homo, e in particolare alla sua specie più antica, Homo habilis. Si tratta di una tappa cruciale della nostra evoluzione legata alla diffusione in Africa della savana in zone prima occupate da alberi ad alto fusto

Allega File(s)



#2 Max

Max

    Ammonite

  • Sostenitore
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 1643 Messaggi:
  • E-mail pubblica:maxsaby@alice.it
  • LocalitàComo (casa); Varese (lavoro)

Inviato 22 maggio 2015 - 07:29

Sarebbe stupefacente anche perché vorrebbe dire che assieme agli ominidi ed in pratica ai primi discendenti delle c.d. scimmie antropoidi già avevano cominciato a svilupparsi la specie di homo del genere abilis. Aspettiamo ulteriori conferme

#3 pangea56

pangea56

    Molecola Organica

  • Iscritto
  • StellettaStelletta
  • 83 Messaggi:

Inviato 22 maggio 2015 - 10:38

Raymond Dart, famoso paleoantropologo Sudafricano ( lo scopritore del bambino di Taung) un giorno ebbe a dire:" La culla dell'umanità ha le ruote."
di conseguenza nuove scoperte o presunte tali tendono a spostare e retrodatare la nascita e l'evoluzione del genere Homo.

#4 pangea56

pangea56

    Molecola Organica

  • Iscritto
  • StellettaStelletta
  • 83 Messaggi:

Inviato 22 maggio 2015 - 11:05

per chi fosse interessato in edicola è appena uscito: Focus EXTRA dedicato interamente all'evoluzione dell' uomo.

#5 darwin60

darwin60

    Spugna

  • EXPERT
  • StellettaStellettaStellettaStelletta
  • 748 Messaggi:

Inviato 22 maggio 2015 - 11:32

entro come spesso succede fallosamente a piedi uniti in questa discussione.
Allora, il lavoro originale su Nature non riporta la questione di una maggiore antichità del genere Homo, limitandosi a considerare che all'epoca di quegli utensili vivevano da quelle parti Australopithecus afarensis e Kenyanthtropus platyops ma che non è dato sapere quale ominino li abbia creati.

Dopodichè io sostengo la posizione opposta a quella di Manzi, che è il referente di Le Scienze per la paleoantropologia e uno scienziato straordinario che mi piacerebbe sentire più spesso di quello che mi succede: in altre parole lui è fra quelli che manca poco farebbero una specie per ogni fossile. Io invece sono fra quelli che eviterebbero tutte queste specie, facendo del "cespuglio umano" una unica specie, anzi una cronospece, che comprende i generi Australopithecus, Kenyanthropus, Paranthropus e Homo, lasciando comunque i termini conosciuti ma relegandoli al rango di "denominazioni tassonomiche informali". Insomma, per autocitarmi, queste denominazioni tassonomiche informali sono utili perchè:

Citazione

avere davanti un reperto attribuibile a Homo heidelbergensis, al di là delle diatribe sul fatto se sia una specie diversa da H. ergaster, colloca chiaramente tale reperto nel tempo, nello spazio e nella posizione nella genia umana..
Ma d'altro canto

Citazione

questi motivi pratici scatenano lotte feroci su denominazioni, ipotesi se neanderthalensis e sapiens siano due specie diverse etc etc. Tutto tempo sprecato inutilmente, secondo me e che può essere usato meglio...
Una dimostrazione pratica è quella di Australopithecus sediba. Sono fossili che vanno a colmare sia pure in maniera marginale una importante lacuna nella documentazione fossile e hanno certe caratteristiche da Australopitecine e altre da Homo: sono ragionevolmente sicuro che gli Autori avessero descritto la specie come Homo sediba ma in sede di referazione sia stato loro imposto di cambiare la classificazione (il potere è dei Referi, giustamente!)..


Quindi dal mio punto di vista non è che mi entusiasmi parecchio questa diatriba che peraltro nel lavoro originale non compare.
Per chi volesse leggere tutto quello che ho scritto al proposito il link da cui sono tratte queste citazioni è: http://aldopiombino....linutilita.html


#6 pangea56

pangea56

    Molecola Organica

  • Iscritto
  • StellettaStelletta
  • 83 Messaggi:

Inviato 23 maggio 2015 - 01:24

tante teorie altrettanti alberi filogenetici.indubbiamente trovare un osso di 5 Ma. e ascriverlo nella specie "Homo" gli dà un quarto di nobiltà che indubbiamente come semplice "Australophitecus" non avrebbe e ovviamente più si retrodata la nascita di "Homo" più il reperto è importante. cè chi spacca il capello in quattro e crea fantasiose linee evolutive.e chi cerca di semplificarle: R. Leakei ad esempio esclude "Australophitecus" come progenitore dell'uomo.
la tassonomia ha comunque la sua importanza per collocare e riconoscere un reperto e inserirlo in una scala temporale.
alcune definizioni  poi vengono date senza un criterio scientifico, ad esempio l l'Australophitecus boisei, deve il suo nome  a Charles Boise  finanziatore della campagna di scavi a Olduwai da parte di L. leakei nel '59.

#7 bisnonno

bisnonno

    Ultra Sapiens

  • Sostenitore
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 5435 Messaggi:

Inviato 23 maggio 2015 - 03:07

Certamente, in questa discussione, diatriba, o teorie varie ogni ricercatore, scopritore, finanziatore o meno che sia, cerca di portare l'acqua al proprio mulino. Questo succede un po in tutti i campi, storici, archeologici, paleontologici o scientifici ecc., che siano. Tutte le teorie sono valide sino a prova contraria, cosa interessante perchè incita, il nuovo ricercatore, a trovare prove e verità certe e documentate, da confrontare con le varie realtà anche attuali.

#8 darwin60

darwin60

    Spugna

  • EXPERT
  • StellettaStellettaStellettaStelletta
  • 748 Messaggi:

Inviato 24 maggio 2015 - 12:15

Visualizza Messaggiopangea56, il 23 maggio 2015 - 01:24 , ha scritto:

la tassonomia ha comunque la sua importanza per collocare e riconoscere un reperto e inserirlo in una scala temporale.

e infatti nessuno dice di eliminare queste denominazioni, solo c'è chi, come il sottoscritto, preferisce considerarle "denominazioni tassonomiche informali". Ovviamente il termine non è farina del mio sacco, ma è stato citato alla scuola di paloeantropologia di Perugia da un docente e riflette una scuola di pensiero sulla questione "specie"

#9 bramfab

bramfab

    Trilobite

  • Iscritto
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 1009 Messaggi:

Inviato 24 maggio 2015 - 01:22

Comunque per questi reperti litici il problema è anche la "certezza" della datazione cronologica assoluta, per niente facile e sicura.

#10 Prejott

Prejott

    Dinosauro

  • Sostenitore
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 3250 Messaggi:

Inviato 24 maggio 2015 - 06:07

e secondo me anche la certezza che siano manufatti....io sarò non conoscente della materia, ma certi "manufatti" a me sembrano proprio "sassi rotti"...

#11 bisnonno

bisnonno

    Ultra Sapiens

  • Sostenitore
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 5435 Messaggi:

Inviato 24 maggio 2015 - 06:31

Visualizza MessaggioPrejott, il 24 maggio 2015 - 06:07 , ha scritto:

e secondo me anche la certezza che siano manufatti....io sarò non conoscente della materia, ma certi "manufatti" a me sembrano proprio "sassi rotti"...

Più che manufatti, credo che abbiano imparato, sulla loro pelle, che una pietra scheggiata tagliava e, inizialmente abbiano cercato e utilizzato pietre già taglienti per cause naturali, in seguito certamente avranno cominciato a scheggiare le pietre. Almeno cosi lo immagino.
Però, anch'io sono scettico sui ritrovamenti di quelle...pietre, non li chiamerei ...manufatti ma occasionali pietre utilizzate, forse, come utensili dall'uomo preistorico.

Allega File(s)



#12 Prejott

Prejott

    Dinosauro

  • Sostenitore
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 3250 Messaggi:

Inviato 24 maggio 2015 - 07:40

cosa che fanno anche i primati moderni, vedi gli scimpanzè. Quindi nulla impedisce che li utilizzassero anche le australopitecine, magari senza la capacità dii riprodurli.

#13 cicciojuras

cicciojuras

    Trilobite

  • Moderatore
  • 1035 Messaggi:
  • LocalitàMilano
  • Collezione:Fossili, minerali, gemme

Inviato 24 maggio 2015 - 07:41

anch'io la penso come nonno e prejott!
per considerare un pezzo di questo tipo manufatto devo vedere una qualche lavorazione "non naturale" che rendeva il pezzo utile allo scopo.

#14 Attilio

Attilio

    Mammifero

  • Sostenitore
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 3731 Messaggi:
  • E-mail pubblica:attiliodalmass@tiscali.it

Inviato 24 maggio 2015 - 07:52



#15 darwin60

darwin60

    Spugna

  • EXPERT
  • StellettaStellettaStellettaStelletta
  • 748 Messaggi:

Inviato 25 maggio 2015 - 10:54

Visualizza Messaggiobramfab, il 24 maggio 2015 - 01:22 , ha scritto:

Comunque per questi reperti litici il problema è anche la "certezza" della datazione cronologica assoluta, per niente facile e sicura.
Non è così, almeno per la zona di cui si parla: le datazioni nella Rift Valley invece sono piuttosto precise perchè i  numerosi prodotti (in specie tufi) derivati dall'attività vulcanica della zona forniscono eccellenti riferimenti cronologici.
Anche nell'articolo originale oggetto di questa discussione ne sono citati diversi (per esempio iTulu Bor Tuff (3.446
±0.02 Ma) e i Lokalalei Tuff (2.536±0.02 Ma). 20.000 anni su 3 milioni, alla faccia della imprecisione.

Diverso è invece il caso del Sudafrica, proprio perchè manca la possibilità di ottenere datazioni così precise perchè non ci sono fenomeni vulcanici

#16 bramfab

bramfab

    Trilobite

  • Iscritto
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 1009 Messaggi:

Inviato 25 maggio 2015 - 11:58

Visualizza Messaggiodarwin60, il 25 maggio 2015 - 10:54 , ha scritto:

Non è così, almeno per la zona di cui si parla: le datazioni nella Rift Valley invece sono piuttosto precise perchè i  numerosi prodotti (in specie tufi) derivati dall'attività vulcanica della zona forniscono eccellenti riferimenti cronologici.
Anche nell'articolo originale oggetto di questa discussione ne sono citati diversi (per esempio iTulu Bor Tuff (3.446±0.02 Ma) e i Lokalalei Tuff (2.536±0.02 Ma). 20.000 anni su 3 milioni, alla faccia della imprecisione.

Diverso è invece il caso del Sudafrica, proprio perchè manca la possibilità di ottenere datazioni così precise perchè non ci sono fenomeni vulcanici
Si datano i tufi, ma in ambiente continentale rimaneggiamenti sono sempre possibili, ed è difficile valutare gli hiatus  della sedimentazione. Senza considerare che proprio l'attività umana nei luoghi di lavorazione "infila" quello che produce anche in livelli più antichi.
Salvo ovviamente che il reperto sia incluso entro la roccia vulcanica.
Sono sempre datazioni indirette quelle sui reperti litici.

#17 darwin60

darwin60

    Spugna

  • EXPERT
  • StellettaStellettaStellettaStelletta
  • 748 Messaggi:

Inviato 26 maggio 2015 - 12:14

scusa, ma non sono d'accordo.
anche perchè chi fa le osservazioni questi problemi li conosce benissimo....
conosco diverse persone che hanno lavorato da quelle parti, a partire da Donald Johanson, quello di Lucy




Copyright © 2025 Paleofox.com - Portale della Paleontologia italiana