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Scoperto nell'ambra un nuovo coleottero preistorico


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Inviato 09 May 2019 - 03:41 PM

Mimoplatycis marchettii era un antenato delle nostre lucciole e si estinse più di 33 milioni di anni fa. Incapsulato nell'ambra è stato individuato da due ricercatori italiani
Quell’antenato delle Cantaridi, “cugine” delle attuali lucciole, estintosi in un periodo compreso tra i 33 e i 48 milioni di anni fa, ha per la prima volta un nome. Ad individuarlo, riconoscendo un fossile giunto nell’ambra del Baltico come esemplare di una specie nuova, mai catalogata prima, sono stati due giovani ricercatori italiani: Francesco Parisi, dell’Università del Molise, e Fabrizio Fanti.

E la scoperta è certificata dal sì convinto della comunità scientifica all’articolo “A new fossil species of the extinct tribe Mimoplatycini Kazantsev, 2013 (Coleoptera Cantharidae)”, recentemente pubblicato sulla rivista internazionale “Annales de Paléontologie”.

Il reperto arriva dalla regione baltica di Kaliningrad, in Russia, rinomata per la presenza di importanti giacimenti di ambra: incapsulato nella resina per milioni di anni, il coleottero è dunque arrivato perfettamente intatto ai giorni nostri, in attesa di essere classificato. “Accade

regolarmente che reperti fossili di questo tipo vengano segnalati da minatori ed esploratori al lavoro nelle cave di Russia, Lituania e Polonia a intermediari che dialogano costantemente con noi ricercatori”, spiegano Parisi e Fanti, che - intrigati da un preliminare esame fotografico – avevano deciso di approfondire lo studio dell’insetto incapsulato nell’ambra, con il sospetto potesse trattarsi di una specie nuova fossile di insetto.
Il Mimoplatycis marchettii, così battezzato in omaggio a Marco Marchetti, docente di Pianificazione forestale all’Università del Molise e mentore di uno degli autori (Parisi), appartiene alla famiglia Cantharidae e alla tribù Mimoplatycini che vanta solo rappresentanti fossili ma che presenta non poche analogie con le nostre lucciole e con un’altra famiglia affine, i Licidi “a cominciare da affinità morfologiche e alimentari, trattandosi verosimilmente di un insetto predatore”.

Pur senza la classica bioluminescenza che rende celebri i contemporanei Lampiridi, le comuni lucciole, il coleottero preistorico scoperto dal team italiano utilizzava probabilmente composti chimici e colorazioni aposematiche (vale a dire di avvertimento) in grado di renderlo a sua volta inappetibile ai predatori.
Lungo 3,4 millimetri, l’insetto è attualmente conservato nelle collezioni del Dipartimento di Agricoltura, Ambiente e Alimenti dell’Università degli Studi del Molise e allunga la già consistente serie di scoperte rese possibili dall’ambra, una vera e propria capsula del tempo.

“Non è stata necessaria la manomissione del reperto per procedere con la catalogazione della specie, ma soltanto una comparazione morfologica con le specie affini”, spiegano gli autori della scoperta, tra i pochi entomologi italiani ad interessarsi di sistematica paleontologica.

Ma perché è importante individuare una nuova specie fossile di un gruppo completamente estinto?
“Perché attraverso lo studio morfologico e l’inquadramento tassonomico possiamo conoscere l’evoluzione della loro distribuzione, legata a specie affini oggi esistenti, e capire anche come si siano adattate, nel processo evolutivo, alle attuali condizioni ambientali e climatiche”, spiegano Parisi e Fanti. Ed è del resto sorprendente verificare come in milioni di anni le differenze evolutive tra il neo-catalogato Mimoplatycis marchettii e le nostre lucciole siano relativamente minime.


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