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Alla ricerca della superterra

Astronomi alla ricerca di mondi ospitabili dovrebbero cercare pianeti rocciosi di grossa taglia, molto piú grandi della nostra terra.

Astronomi alla ricerca di mondi ospitabili dovrebbero cercare pianeti rocciosi di grossa taglia, molto piú grandi della nostra terra. Secondo un nuovo studio la terra é alla malapena addatto per ospitare la vita. La sua grandezza é alla malapena sufficiente per possibilitare la tettonica a placche, che gioca un importante ruolo per il ciclo del carbonio, e influenza il clima terrestre. Mentre i vulcani sopra le dorsali  rilasciano biossido di carbonio, le zone di subduzione riciclano i sedimenti marini e il carbonato in essi contenuto.

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Un oceano di magma nel cuore della terra?

Recenti studi di ricercatori francesi hanno ora "scoperto" un oceano di magma molto denso ma allo stato fuso tra mantello e nucleo, a 2.900 km di profonditá.

Durante la nascitá della terra materiale fuso piú pesante si é raccolto al limite mantello-nucleo terrestre, mentre la crosta rappresenta materiale siliceo relativamente leggero. Il nucleo al contrario é composta  principalmente da composti pesanti di ferro e nickel. Il nucleo esteriore é rimasto allo stato liquido, mentre quello interno si é solidificato nel corso di millioni di anni. Il mantello rappresenta una forma intermedia, dato che il calore in esso é leggermente sotto il punto di fusione del materiale, ma allo stesso tempo possibilitá il materiale di "scorrere".

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Iceberg da record

Iceberg da record scoperto nel mare dell´Antartide.

Il Ghiacciaio Pine-Island é uno dei piú grandi che scende dalla calotta glaciale nella zona ovest dell`Antartide. Puo raggiungere uno spessore di 2 chilometri (il fondovalle sta quasi a 1500 m sotto il livello marino). Negli ultimi 15 anni la sua velocita é aumentata, e con essa la produzione di icebergs che si staccano dal suo margine frontale. L`iceberg che si é staccato l`ultima settimana é lungo piú di 34 chilometri e largo 20, in totale 750 chilometri quadrati - piú grande dell' isola di Manhattan.

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La scappatella dell`India

Ron Blakey, NAU GeologyIl subcontinente Indiano si scontrò 50 millioni di anni fá con una spettacolare velocita di 20 cm all´anno con l´Asia, causando l´innalzamento della piú alta catena montuosa della terra - l' Himalaya. Ora forse si è capito il perché... Il subcontinente Indiano si scontrò 50 millioni di anni fá con una spettacolare velocita di 20 cm all´anno con l´Asia, causando l´innalzamento della catena montuosa dell`Himalaya. Già durante il Cretaceo l´India si staccò dal supercontinente Gondwana, formato dall`Africa ed Austroantartide, e si mosse con una velocita quasi 5 volte superiore alle normali velocità di placca (in media 4 cm/anno).

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Ritorna il leopardo delle nevi: successo di Ev-K2-Cnr

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Nel Parco Nazionale dell’Everest accertata – anche mediante un’eccezionale prova fotografica – la presenza stabile di alcuni esemplari. Un’importante inversione di tendenza dopo l’estinzione nell’area, avvenuta negli anni ‘60

Il leopardo delle nevi, classificato come specie gravemente minacciata dall’International Union for the Conservation of Nature, ha fatto ritorno, in maniera stabile, nell’area del Parco Nazionale del Sagarmatha (il nome nepalese dell’Everest). A dare la notizia è l’équipe di ricerca in ‘Scienze ambientali’ di Ev-K²-Cnr, guidata dal prof. Sandro Lovari dell’Università degli Studi di Siena, che ha avviato un progetto su ‘Conservazione della biodiversità: la comunità di grandi mammiferi e la comunità ornitica’ e che da tempo si occupa della conservazione di questo grande carnivoro attraverso un progetto specifico del Comitato Ev-K²-Cnr ‘Vanishing tracks on the roof of the world’. 

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