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50 risposte a questa discussione

#21 inzone

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    Medusa

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Inviato 22 agosto 2012 - 02:27

Ok Ma qui entra il possesso intellettuale e il guadagno minimo per rientrare nelle spese..... dal punto di vista dell  lettore son daccordo..... ma dal punto di vista tell' autore.... prima un numero minimo di copie cartacee e poi divulgare il pdf... sennò ognuno copia il file e regala agli amici e lo stipendio di scrittore e casa editrice lafallnon coprono le spese.

Vedere Dinosauria che ora a distanza di tempo è anche in PDF ;D

#22 bramfab

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    Trilobite

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Inviato 22 agosto 2012 - 03:02

Il libro (ovvero la monografia  di cui stiamo parlando) e' pubblicata nelle Memorie della Società italiana di Scienze naturali e del Museo civico di Storia naturale di Milano, Vol XXXVII, Fascicolo I, Maggio 2011,  il ricavato della sua vendita non va agli autori, e solitamente non copre neppure le spese di stampa.

Chi l'ha scritto viene pagato per il suo lavoro, come sono pagati i dipendenti americani dell'esempio USGS che ho riportato.

Sul possesso intellettuale il discorso potrebbe diventare lunghissimo ed essere rigirato, essendo un lavoro (sia pur intellettuale) eseguito su un oggetto di proprieta' pubblica (che sia sovraintendenza,  provincia o altro poco conta)  per cui noleggio o prestito (se vogliamo fare i fiscali) per lo studio e' stato fatto a titolo gratuito.

La distinzione per l'appunto dovrebbe essere tra opere eseguiti da privati (o come privato nel tempo suo libero e mezzi propri) con fondi privati e opere eseguite da dipendenti pubblici nello svolgimento della loro mansione.

#23 Guest_FOSSIL1_*

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Inviato 22 agosto 2012 - 05:22

il pdf si copia e il libro si fotocopia oppure lo si passa in pdf. I loro stipendi e il loro lavoro sono pagati coi nostri soldi, che si permettano di considerare il tutto roba loro è ridicolo e persino offensivo. Questo è un aspetto di italianità che spero venga cancellato dalla globalizzazione.

#24 bergamo

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Inviato 22 agosto 2012 - 05:54

Franco non menarla con la storia delle auto blu altrimenti mi aumentano ancora la benza :(
Effetivamente la lingua del mondo paleo è l'inglese me lo spiegavano Dal Sasso e Teruzzi quando presentavano i
primi studi su Ciro, anche la SPI pubblica in inglese e grazie al loro buon cuore esce un riassunto in italiano ma i
tedeschi pubblicano parecchie cose in tedesco e così in Argentina o in Cile. Forse hanno un mercato un pò più
ricco del nostro. Ricordi quanto ha stampato Ebo per i Trilli e infatti la seconda edizione è solo in inglese. Se vuoi
vendere ti devi adeguare. Però per i nostri quattro gatti che si interssano di paleo non sarebbe una grossa spesa
mettere in vendita un pdf da scaricare o un dvd nei "negozi" dei musei ::)

#25 francomete

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Inviato 22 agosto 2012 - 06:08

Provate a chiedere in Francia se pubblicano in inglese ;)
Sicuramente  pubblicheranno "anche" in inglese  (che è la lingua della scienza), ma sicuramente per rispetto dei propri cittadini e di chi non ha avuto la possibilità di imparare le lingue tutto sarà disponibile anche nella lingua nazionale.
Stesso discorso vale per la Germania, è tutta questione di rispetto per gli altri.

#26 Guest_FOSSIL1_*

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Inviato 22 agosto 2012 - 06:57

avevo scritto un bel post ma mi si è cancellato e non ho tempo per riscriverlo...mannaggia al nuovo forum.
Il succo è che da noi sono troppo abituati a disporre dei beni e finanziamenti pubblici come se fossero "roba loro" senza dover rendere conto a nessuno.
I paleontologi accademici italiani (purtroppo nessuno escluso) dovrebbero fare un passo indietro e ridimensionarsi.
Il dinosauro della chiesa, le pubblicazioni sui pesci che all'estero sono considerate carta straccia, assoluta inadeguatezza nel gestire le risorse pubbliche e l'incaponirsi nel voler dimostrare teorie che non hanno attineza con la realtà, sono solo alcuni dei punti che hanno fatto finire la paleontologia Italiana nel ridicolo.

#27 Guest_FOSSIL1_*

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Inviato 22 agosto 2012 - 06:58

su questo Forum c'è qualche accademico italiano che scrive o partecipa? sapete, nei forum esteri è la norma......
E il fatto che non ci siano non è una mancanza del forum.....

#28 raf

raf

    Spugna

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Inviato 22 agosto 2012 - 07:07

se viene accettato (si perchè deve essere sottoposto a peer review e quindi si non accetta "a scatola chiusa" il primo articolo che capita )  un articolo su una rivista internazionale ovviamente viene accettato solo in inglese ,anche se a scriverlo sono francesi, tedeschi o cileni, diverso il discorso per le riviste scientifiche nazionali che in quel caso spesso (ma non sempre) sono scritte nella lingua nazionale , talvonta in 2 lingue nazionale e inglese, giocoforza anche una rivista nazionale giova il fatto che possa essere compresa da un'utenza più ampia possibile

#29 francomete

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Inviato 22 agosto 2012 - 09:20

Un articolo viene accettato se è buono, non se è scritto in inglese.
Casomai ci penserà la redazione a tradurlo.
Mi rifiuto di credere che Science e Nature rifiutino un articolo solo perchè non è scritto in inglese ;)
Oddio .... vero è che a suo tempo venne accettato e pubblicato con molta fanfara il famoso esperimento sulla fusione fredda, una delle più grandi bufale della storia della scienza, quindi tutto è possibile.

#30 Guest_FOSSIL1_*

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Inviato 22 agosto 2012 - 09:28

una cosa è l'articolo che iviene inviato per la revisione e la pubblicazione accademica e internazionale (via mail, in pdf) un conto è la pubblicazione cartacea che viene fatta per divulgare lo studio, un'altro conto è l'estratto che viene pubblicato sulle riviste nazionali.
Che il museo di milano non pubblichi nulla italiano è solo il sintomo del fatto che per loro la divulgazione non è nè una priorità nè un interesse. La paleontologia non è una scienza chiusa ai soli addetti e amici loro.

#31 raf

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    Spugna

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Inviato 23 agosto 2012 - 08:22

Se mandi un articolo a Nature o Science o altro deve necessariamente essere inviato in inglese (che poi venga accettato o meno è un altro discorso) , sulla divulgazione sono d'accordo con Fossil1 , in Italia per le Scienze in generale siamo messi male a livello di divulgazione, la colpa è principalmente il retaggio umanistico-filosofico,  dai tempi più antichi fino a Croce, Gentile e altri  che non vedono nella Scienza una forma di cultura

#32 bramfab

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Inviato 23 agosto 2012 - 09:31

Visualizza Messaggioraf, il 23 agosto 2012 - 08:22 , ha scritto:

Se mandi un articolo a Nature o Science o altro deve necessariamente essere inviato in inglese ..., sulla divulgazione ... in Italia per le Scienze in generale siamo messi male a livello di divulgazione, la colpa è principalmente il retaggio umanistico-filosofico,  dai tempi più antichi fino a Croce, Gentile e altri  che non vedono nella Scienza una forma di cultura

Direi che ci sono diversi livelli di pubblicazioni:
1) quelle  che contano nella comunita scientifica internazionale, sottoposte alla vaglio della revisione paritaria (la cui scrittura richiede molto tempo ed attenzione), necessariamente sono scritte in inglese in quanto questa ormai e' l'unica lingua ufficiale di questa comunita'.

2) pubblicazioni sempre scientifiche, ma con un livello inferiore di autorevolezza (e quindi piu' facili, o meno impegnative, da scrivere), principalmente pubblicate sulle riviste delle associazioni scientifiche nazionali, e queste, una volta, da noi erano scritte in italiano. Oggi cercando un bacino di lettori potenziali piu' vasto vengono scritte prevalentemente in inglese, come accade in nazioni tipo quelle dell'ex patto di Varsavia, le ex Jugoslave, India, Golfo persico,  Grecia, ecc... .Viceversa i francofoni, germanofoni,  cinesi, russi hanno numerosi potenziali lettori nella loro lingua madre, e quindi spesso presentano ancora articoli scritti nella loro lingua, che magari sono una versione piu' leggera di quanto hanno presentato in inglese

3) scritti divulgativi in italiano: si spazia dalle riviste ai libri veri e propri. Se il riferimento al persistere dei danni fatti da Croce, Gentile, ma sopratutto dei loro ignoranti discepoli, e' corretto (come e' corretto rimarcare che la maggioranza gli accademici italiani ancora oggi ci tenga ad essere distinta dal volgo), credo occorra ricordare che nel periodo '60-'80  ci fu una ottima scuola di divulgatori. Vorrei citare, e a chi ha una certa eta' sicuramente  questi nomi saranno familiari, come ottimi divulgatori naturalistici: Luigi Cagnolaro, Giovanni Pinna,  Giuseppe Nangeroni,  Piero Sassi,  Luigi Fenaroli, Vincenzo De Michele, Cesare Conci, Franco Tassi.
Questa scuola e' scomparsa, forse distrutta anche dalla burocrazia e politica che entra sempre piu' anche nelle gestioni museali (e di geositi ...)  da una scienza-spettacolo interessata solo a facili e temporanei riscontri mediatici. All'estero questa scienza spettacolo coesiste con la buona divulgazione, da noi non sembra esserci spazio o risorse per entrambe.

#33 ossivorus

ossivorus

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Inviato 23 agosto 2012 - 02:07

Da parte mia posso solo aggiungere che anche 50 e più anni fa ,se volevo partecipare  a degli scavi lo potevo fare solo a spese mie e utilizzando le mie ferie o
il mio tempo libero  :(

#34 Guest_FOSSIL1_*

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Inviato 23 agosto 2012 - 03:50

e se lo facevi per tutta l'estate come ringraziamento non venivi neanche invitato alla presentazione dei pezzi

#35 bergamo

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Inviato 27 agosto 2012 - 12:33

Visto oggi per Pietraroja
http://www.paleos-fossils.com

#36 francomete

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Inviato 27 agosto 2012 - 02:28

Bergamo mi sa che hai sbagliato il link, forse ti riferisci a questo:
http://www.palaeos-f...etraroja_1.html

#37 bergamo

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Inviato 27 agosto 2012 - 03:57

Visualizza Messaggiofrancomete, il 27 agosto 2012 - 02:28 , ha scritto:

Bergamo mi sa che hai sbagliato il link, forse ti riferisci a questo:
http://www.palaeos-f...etraroja_1.html
Come il solito hai ragione (non gasarti però) ;)

#38 francomete

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Inviato 27 agosto 2012 - 04:01

ma figurati

#39 federico marini

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Inviato 01 settembre 2012 - 12:26

Visualizza Messaggiowalter .p, il 21 agosto 2012 - 06:14 , ha scritto:

inzone non era una critica la mia, il giorno della presentazione ho chiesto ai responsabili che conosco benissimo se vi era qualcosa in italiano ,non era possibile le copie in italiano erano limitatissime e per problemi di bagget erano quelle. Vedi purtroppo quando era il momento di studiare la mia generazione di giorno faceva di media 12 ore la sera si studiava per quel poco che si poteva purtoppo l'inglese è rimasto una chimera tra l'altro fossili che ho trovato sono stati studiati in inghilterra al britisch e la publicazione pittosto corposa e scritta in inglese l'unica cosa che capisco  il mio cognome e il mio nome come scopritore, io quel giorno ero quello con le stampelle .Purtoppo il mio limite è l'inglese con affetto Walter
quindi sei tu lo scopritore di Ciro? O ho capito male?

#40 federico marini

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Inviato 01 settembre 2012 - 12:48

Comunque, a proposito dell'utilizzo della lingua inglese nelle publicazioni scientifiche piuttosto che della lingua nazionale, vorrei riportare il mio punto di vista.
Mi è capitato talvolta di aver dovuto provare a leggere degli articoli (spesso dei vecchi articoli) scritti in tedesco o in spagnolo, per approfondire le mie conoscenze. Spesso in questi casi mi sono dovuto arrendere oppure accontentarmi di comprendere solo il senso generale della pubblicazione. Inoltre, di conseguenza non ho potuto citere questi articoli e l'impatto di un articolo si misura proprio contando il numero di publicazioni che lo citano, pertanto il fatto che un articolo non sia scritto in inglese non solo ostacola la comprensione di una buona parte dei potenziali lettori, ma limita anche la sua notorietà.

A me risulta, infine, che oggi la gran parte delle riviste a carattere nazionale scriva solo un riassunto di ciascun articolo nella lingua locale, e talvolta neppure più quello




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