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#73199 La mia collezione

Inviato latimeria in 01 marzo 2015 - 12:15

E' con un certo orgoglio, che vi mostro alcune immagini della mia collezione, frutto di 40 anni di collezionismo,non per fare invidia a nessuno,anche perchè chissà quanti di voi avranno di meglio,ma gradirei sapere cosa ne pensate.

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#86893 Evoluzione... della collezione

Inviato Marcosauro in 17 marzo 2017 - 09:58

E qui, ci scappa la lacrimuccia....
Devo dire che era da un po' che ci pensavo e mi sono tornati in mente un sacco di ricordi. Certo, sto per varcare (solo) la soglia dei 18 eppure sono 11 anni che colleziono fossili, insomma, per me è davvero parecchio tempo.
Ripenso a quando andai, mentre frequentavo l'asilo, a vedere una mostra sui dinosauri, mamma mia, che impressione e che esperienza affascinante.
Coooomunque, da quel momento iniziai a collezionare fossili, cominciando con un dente di squalo, che tutt'oggi conservo gelosamente, poi un dentino di mosasauro, una piccola ammonite, e da li via, è iniziata un avventura che mi ha letteralmente cambiato la vita.
Diciamo che dai 7 ai 12 anni ho collezionato un po' di tutto, minerali, insetti, monete, ma i fossili erano sempre i miei prediletti, anche se paradossalmente erano quelli che avevo in minor quantità poichè più difficili da trovare (almeno per me).
Agli inizi della mia età adolescenziale ho detto a me stesso: "Basta, da oggi solo fossili". Credete che all'epoca riuscii a mantenere questa promessa? ahahah assolutamente no! Certo, ormai i fossili anche come numero e importanza aumentavano sempre di più, ma qualche minerale e qualche insetto lo dovevo comperare per forza.
Verso i 13-14 anni conquistai il diritto di avere una vetrinetta in camera, caspita, che bel momento che fu quello, quando potei definitivamente separare i fossili dalle altre cianfrusaglie, una sorta di rito di iniziazione, ed ecco una foto.

A 111.PNG

Passò circa un anno, ed ecco che scoprii Paleofox.com! Caspita, mi sembrava un paradiso, è per certi versi lo era e lo è tutt'ora, per un ragazzino che non aveva mai avuto contatti con altri appassionati fu qualcosa di fantastico.
E fu qui che iniziai a incrementare in modo serio la collezione, dando il via all' "OPERAZIONE RESTAURO", roba che manco nei film americani, comunque questo era il mio nome in codice per il processo di sistemazione e catalogazione della raccolta di fossili (che tutt'oggi non è ancora finito).
Da qui ho iniziato a numerare, inscatolare, conservare per bene ogni pezzo, e sono davvero fiero di questo risultato.
E dunque per il mio 16 esimo compleanno la mia fidanzata Sandra, che non posso fare altro che ringraziare, mi ha regalato una seconda vetrinetta per l'ormai incontenibile collezione. Tra le peggiori maledizioni dei miei genitori, ecco come si presentava nel gennaio 2016 la mia collezione:

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Nel tempo ho poi continuato a rimpinguare la raccolta, con il secondo nome in codice "LEVEL UP", dove mi fissavo l'obbiettivo di comprare solo fossili di qualità e con un criterio logico.
Giungiamo a Marzo 2017, quando rinnovai i mobili della camera, e anche se non ne necessitavo particolarmente, decisi di infilarci una terza ed ultima vetrina nella composizione generale.
Naturalmente ora è ancora in fase di allestimento, mancano ancora dei pezzi da inserire ma il risultato è qualcosa di simile.
Ah, e non vi ho detto delle conquiste fatte fuori dalle mura di camera mia. Ho adibito la soffitta a mini-laboratorio e il balcone verandato a magazzino.
Ho però dovuto promettere ai miei che la prossima vetrina-mobile-piccola scatoletta di plastica in più, me la sarei dovuta mettere in una casa mia. Detto fatto, ho iniziato a girare per le agenzie immobiliari XD

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Comunque, per oggi il momento "ricordi felici" termina qui, sono contento di aver condiviso queste righe con voi.
E ne approfitto anche per ringraziarvi, sul serio, se ho intrapreso questo percorso in modo serio e razionale è solo grazie a voi.
perciò vi mando un saluto a tutti quanti.
prometto che mi farò presto vivo con il progetto del teschio di t rex che sto portando avanti.
buona serata a tutti.
Marco(sauro)


#73201 La mia collezione

Inviato latimeria in 01 marzo 2015 - 12:46

Visualizza Messaggiolatimeria, il 01 marzo 2015 - 12:15 , ha scritto:

E' con un certo orgoglio, che vi mostro alcune immagini della mia collezione, frutto di 40 anni di collezionismo,non per fare invidia a nessuno,anche perchè chissà quanti di voi avranno di meglio,ma gradirei sapere cosa ne pensate.

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Aggiungo qualche altra foto.

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#85927 Microscopia per studenti

Inviato Enotria in 06 febbraio 2017 - 12:42

Microscopia per studenti


E si sa, gli studenti di soldi da spendere ne hanno pochi. Men che meno per la microscopia.

Eppure, fra la fine delle elementari e gli inizi delle superiori, vi è una larga fascia di studenti che iniziano ad appassionarsi alle Scienze e che sono curiosi di ciò che la Natura può loro offrire.

Vediamo allora come possiamo accompagnare la naturale curiosità dei nostri ragazzi, questo sarà lo scopo di queste righe: la scelta del microscopio, i soggetti di osservazione ed il modo di usare al meglio i nostri strumenti ed infine, per i più intraprendenti, come aumentarne le prestazioni mediante semplici interventi e l’aggiunta di piccoli accessori.



La scelta del microscopio


Partiamo dallo strumento base, il microscopio, ma quale ?
Per un ragazzo che inizia ad avvicinarsi alla microscopia le possibilità sono tantissime, ma non bisogna strafare: inizialmente è bene limitare gli ingrandimenti disponibili, in modo che il mondo che andremo a scoprire sia quello stesso che già conosciamo, solo che ne vedremo dei particolari nuovi che, a causa delle ridotte dimensioni, prima ci sfuggivano.

In questa fase, un ottimo alleato è il microscopio digitale, un piccolo strumento dalla forma allungata che contiene sia la parte ottica che ingrandisce, sia la parte digitale che memorizza l’immagine, dandoci così la possibilità di scattare fotografie e di fare filmati. Normalmente questo piccolo microscopio viene collegato al computer mediante un cavetto USB.

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Il microscopio digitale originale


Come vedete assomiglia ad un piccolo microscopio, con la sua base, la colonna portante, la cremagliera per la messa a fuoco ed il braccio del microscopio vero e proprio, che così può essere utilizzato liberamente in mano o, meglio, in modo molto più stabile, sul suo supporto.

Cercando sul mercato si trovano molti modelli simili, quello che ho scelto e che consiglio è quello in foto e lo trovate sotto varie marche: Gamuttek, Crenova, UM012C, ecc. Sono tutti identici, fatti da una unica industria e poi rimarcati. Il prezzo per il prodotto nuovo varia dai 45 ai 110 Euro ma, ripeto, è sempre lo stesso identico strumento.
Non lasciatevi sedurre da prezzi stracciati o da modelli diversi, piuttosto prendete un usato: il mio, con cui ho fatto tutte le foto che seguono, l’ho pagato solo 16 Euro e va benone.



L’utilizzo “normale” del microscopio


Come prima cosa verifichiamo l’ingrandimento reale dello strumento: mettiamo il microscopio al minimo ingrandimento ed inquadriamo un righello per vedere quanti  millimetri di campo abbiamo. Rifacciamo la stessa prova, ma al ingrandimento massimo.

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Campo visualizzato: da 2 a 50 mm.


E così ora sappiamo che al massimo ingrandimento il campo inquadrato è di 2 millimetri, mentre al minimo ingrandimento è di 50 millimetri. Questa informazione ci serve per evitare di perdere tempo con soggetti troppo piccoli o troppo grandi per la nostra strumentazione.


Ora possiamo fare le nostre prime prove: una foglia di felce si presta come paziente modella:

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Felce con sori


E con le prime prove arrivano i primi suggerimenti: il microscopio ha la possibilità di illuminare con alcuni led interni il soggetto che stiamo fotografando. Utilizzate il minimo di luce, in questo modo avrete un maggior contrasto ed il minimo di riflessi.

Addirittura, in alcuni casi la luce interna a led non la si deve assolutamente usare, altrimenti si formano dei riflessi sgradevoli e molto evidenti:

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Riflessi sul metallo


Quindi per monete, metalli lucidi in genere, vetri, specchi, ecc. non si deve mai usare l’illuminazione interna, ma una luce esterna e separata e magari anche adottando opportuni accorgimenti che vedremo più avanti.

Quali sono i soggetti più interessanti da esaminare ?

Abbiamo già visto le foglie, ma allora anche i fiori ed i frutti, ma anche gli insetti e poi, molto belli, i licheni ed i muschi:

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Rametto infestato da licheni


E perché no i minerali, i francobolli e le monete, o i fossili o la vostra collezione di conchiglie ?

Anzi, già che siete ormai entrati nel mondo dove tutto è lillipuziano, perché non fate una micro collezione di foraminiferi, il mondo delle conchiglie microscopiche che potete trovare al mare, in mezzo alla sabbia della battigia ?

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Foraminiferi frammisti alla sabbia del mare


I soggetti da guardare con il vostro piccolo microscopio sono infiniti, i suoi limiti sono dati solo dalla vostra curiosità.

Ancora qualche suggerimento di piccole modifiche, assolutamente non costose e poco impegnative, ma che possono migliorare l’utilizzo di questo strumento:

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Punti di modifica


Il fatto che io abbia fatto queste modifiche non vuol  assolutamente dire che le dovete fare anche voi, il vostro microscopio va benissimo anche così come è.

- Ho sostituito l’asta di sostegno con una più lunga, un pezzo di tubo di alluminio lungo 25 cm., in questo modo si possono sfruttare meglio anche i minimi ingrandimenti.

- Ho marcato la metà corsa della slitta di messa a fuoco con due punti di smalto bianco per individuarlo meglio ed avere così sempre la possibilità di metà correzione verso l’alto e metà verso il basso.

- Ho tolto i ferma vetrini, perché tanto li non servono a nulla, danno solo fastidio se appoggiamo oggetti ingombranti.

- Facendo leva con l’aiuto di una lama robusta, ho tolto il collare trasparente che vi è in fondo al microscopio, in questo modo è possibile avvicinarci di più al soggetto, aumentando la possibilità di ingrandimento.

- Infine, dopo aver ben regolato la durezza della messa a fuoco, con una goccia di Attak ho bloccato la manopola di sinistra, in questo modo anche questa diventa utilizzabile per la messa a fuoco.

Vediamo anche alcuni piccoli accessori che ci semplificano la vita.

- Una semplice scatolina, piena di sabbia, è perfetta per tenere in posizione il soggetto da fotografare, specie se la posizione è alquanto instabile:


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Supporto con la sabbia



- Un faretto a led, snodabile e con la lampada di forma regolare a tubo (caratteristica che servirà per montare i filtri). Meglio se a luminosità regolabile. Costo approssimato 12 Euro.


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Faretto a 3 intensità luminose e lampada cilindrica


- Un bicchiere di plastica bianca ed aperto sopra va poi benissimo per formare una “gabbia di luce” che elimina tutti i riflessi sulle superfici metalliche. La luce entra lateralmente e rimbalza ovunque, eliminando ogni riflesso:


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La moneta senza i fastidiosi riflessi





L’utilizzo “evoluto” del microscopio


Ma non facciamoci troppe illusioni, la premessa era di un microscopio per studenti, genere umano altamente ricco di idee, ma aimè povero di moneta, per questo è essenziale non dover investire troppi soldi. ;)

I vetrini già preparati per biologia
Che peccato, ci sono in giro tanti bei vetrini di biologia già pronti ed interessanti, solo che la loro visione è preclusa al nostro microscopio che non è dotato di illuminazione per trasparenza.
Poco male, prendiamo un bicchiere di plastica bianca, gli facciamo un bel foro sul fondo ed un altro foro su di un lato. Appoggiamo il bicchiere capovolto e mettiamogli in cima il nostro vetrino. Ora la luce la faremo entrare per il foro laterale, il bicchiere bianco la diffonde ben bene e noi ci possiamo guardare il vetrino come si deve:

11.JPG

Sezione trasversale di foglia di mais



Stack di immagini

Non è un accessorio, ma una tecnica molto utile e molto utilizzata in microscopia. Per superare il problema della poca profondità di campo, si possono fare diverse foto ad altezze diverse. Un particolare software preleverà poi dalle singole foto, la sola parte perfettamente a fuoco e creerà una fotografia in cui tutto è correttamente focalizzato.

Il problema, con la nostra strumentazione super economica, è dato dalla scarsa qualità meccanica dei componenti: in breve, tra una foto e la successiva, il nostro micro tende a spostarsi, modificando così la zona inquadrata e rovinando così la foto risultante.

Un rimedio a questo problema è quello di utilizzare per l’escursione della focale soltanto la parte più alta della cremagliera, in pratica la sfruttiamo soltanto dalla metà corsa fino al termine superiore. Il motivo di ciò è semplicissimo: così facendo la slitta della cremagliera è sempre completamente inserita entro le sue guide, per cui si muove molto meno. Certo non riusciremo a fare le 100 è più foto come nei sistemi professionali, ma almeno riusciremo a fare delle immagini accettabili anche così.


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Organi fruttiferi (apoteci) in licheni (stack).


Sempre nell’ottica del risparmio, come software per effettuare lo stack useremo programmi rigorosamente free, tipo Combine ed altri simili.





Illuminazione in luce polarizzata

Un aspetto molto interessante della microscopia è l’analisi dei campioni effettuato utilizzando luce polarizzata al posto di quella normale.

Ma questa possibilità è in genere riservata a particolari microscopi altamente professionali ed è un peccato, perché proprio per i ragazzi delle Medie, che iniziano lo studio delle Scienze, sarebbe interessante imparare ad usare questa tecnica.

Ed allora diamoci da fare e prepariamo il nostro micro digitale in modo che possa utilizzare la luce polarizzata:


13.JPG


Sistema polarizzante


Ancora una volta utilizziamo il nostro bicchiere di plastica in modo da sfruttare la luce diffusa e per trasparenza. Poi, subito sopra il bicchiere, mettiamo un filtro fotografico polarizzatore, un PL, meglio se di vecchio tipo (lineare) del costo di pochi Euro.

Subito sopra al filtro appoggiamo il nostro vetrino con il campione da esaminare.

Manca ancora un componente, l’analizzatore. Questo lo prepariamo con un cilindretto di cartoncino o di plastica, purché si incastri al posto dell’anello trasparente, in fondo al microscopio e gli fissiamo un secondo filtro PL, ma questo più piccolo.

Non serve altro, ora giriamo il polarizzatore finché il campo visualizzato diventa buio completo (lamine incrociate). Se ora inseriamo un vetrino su cui abbiamo fatto evaporare una goccia di acqua zuccherata, finalmente vedremo questo:


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Zucchero cristallizzato


Tantissimi centri di cristallizzazione, da cui dipartono a ventaglio le strutture cristalline. E la comparsa di fantastici colori, che dipendono dallo spessore del cristallo e dalla sua natura chimica. Colori che cambiano continuamente se noi ruotiamo il vetrino porta oggetto.

Ora possiamo sbizzarrirci ad esaminare le sostanze più strane: alcune volte non vedremo nulla, ma se la sostanza risente della luce polarizzata, si vedranno forme e colori fantastici:


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Sezione sottile di granito


Alle volte la luce polarizzata diventa indispensabile anche per poter riconoscere alcune sostanze, ad esempio è il caso dell’amianto che ha delle fibre caratteristiche e che si colorano in modo diverso a seconda di come sono orientate (pleocroismo):


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Fibre di amianto (crisotilo)


Ma certamente, il soggetto preferito per la luce polarizzata  è  il comune zucchero da cucina, che cristallizza in diverse condizioni e, ogni volta, da origine a figure ed a colori completamente diversi. Talmente belli, che alcune foto possono essere esposte, come fossero quadri astratti della Natura.


17.JPG


Zucchero (cristallizzazione lenta)






In conclusione, abbiamo trattato di strumenti, di accessori, di tecniche di microscopia, ma sempre a basso costo, tanto che anche se acquistiamo nuovo tutto quello che abbiamo citato, staremo sempre sotto al limite di cento Euro in totale.


Anche per questo motivo, spero che le immagini pubblicate vengano osservate con un minimo di indulgenza ed apprezzate sempre tenendo conto dei limiti che, fin dal inizio, ci eravamo prefissati.


18.JPG


Lichene (particolare)




::)




#72827 Contro alla ridicolizzazione

Inviato Ebo in 10 febbraio 2015 - 07:12

già che ci siamo allora eliminiamo tutti i cartoni animati, dagli Hanna & Barbera, e prima ancora Felix The Cat, tutti i Walt Disney, Beep-beep e Willy Coyote, sino ai Pixar e Manga attuali, sono pieni di animali parlanti, dinosauri e non.

Io da piccolo mi sono nutrito dei Flintstones, visti e rivisti mille volte e non mancherò certo di farli vedere anche a mio figlio.
Non mi risulta di aver subito turbe "psicologico-creazioniste" particolari, e mi sono pure laureato in geologia (magari grazie giusto ai Flintstones...)

Non è il contenuto che è nocivo, entro certi limiti, ma il problema è spesso legato all'istruzione degli adulti ed il modo di interpretare e trasmettere certe informazioni ai propri pargoli.
La scienza lasciala agli adulti, la fantasia ai bambini.


#70857 Un anno fa.....

Inviato Attilio in 11 novembre 2014 - 01:54

......con tanta incoscienza e una dose massiccia di azzardo, visto come le normative italiane  considerano noi fossilari  con le  loro interpretazioni, spesso fasulle e campate in aria,  mi sono lanciato in un progetto che sognavo da anni : aprire un’esposizione permanente  di  fossili, esteri, periziati e certificati, rivolta alle scuole e a chiunque ami o voglia conoscere i fossili. Ora, dopo alcune sentenze in nostro favore, ho deciso di renderne partecipe anche il forum e……speriamo bene.  

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#90894 I fossili in giardino

Inviato Enotria in 17 febbraio 2018 - 06:44

.



Facciamo un salto indietro nel tempo, un bel salto.

Diciamo di almeno 200 milioni di anni, quando inizia la separazione fra l’Africa e l’Eurasia.
Si forma così una profonda spaccatura, subito colmata dalle acque del mare, dando origine a quello che venne pomposamente chiamato Oceano Ligure Piemontese.

E l’Italia, poveretta, era la sotto, sotto 3000 metri di acqua salata.

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Il tempo passa, Europa ed Africa si allontanano, ma dal fondo del mare, specie la dove la crosta era più sottile, il magma fuso comincia a fuoriuscire e, a contatto con l’acqua, inizia a solidificare.
Esce, cresce e solidifica. Esce, cresce e solidifica.
Si formano così le principali rocce che saranno la base, la struttura portante, delle nostre montagne: i gabbri se solidificati ancora sotto il mare, i basalti se invece la roccia fusa riesce a raggiungere la superficie, solidificando così direttamente a contatto con l’aria.

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Sezione sottile di Gabbro


E così emergono quelle che oggi sono le Alpi e gli Appennini, le principali isole, le parti sopra elevate dell’Italia. Tutto il resto è ancora abbondantemente sotto un mare popolato da tutte le strane creature che allora vi vivevano.

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Poi, il seguito è storia più recente: il magma ha continuato a risalire ed a formare nuovi territori, le montagne hanno iniziato a disgregarsi formando terreni più o meno fertili e così via per milioni di anni, finché finalmente compare l’Uomo, già pronto a fare tutti i suoi guai.

Il succo di questo discorso è che se noi andiamo in qualsiasi aperta campagna, in collina, nel vostro giardino, ovunque, nel terreno, possiamo ancora trovare dei resti fossili di quel mare che ci sovrastava milioni e milioni  di anni fa. Magari non lo scheletro di una balena, che oltre tutto non potremmo neppure tenere per noi, ma certamente troveremo i resti più duri di tanti piccoli fossili: conchiglie, lumache, denti, ammoniti, ecc.
Anzi, con più sono piccoli, con più è probabile trovarli interi e ben conservati. Al contrario, più grandi sono, più facilmente sono stati rovinati dalla lavorazione del terreno o dai sommovimenti tellurici.

Ma torniamo ai giorni attuali e vediamo come possiamo recuperarli per formare una mini collezione di fossili.

Durante una gita verso Volterra, colpito dalla bellezza del paesaggio, mi sono fermato sul bordo strada ed ho prelevato un po’ di terriccio dalla banchina stradale, in un punto non soggetto a lavorazioni.

Al ritorno ho messo la terra in un recipiente trasparente, assieme ad acqua ed una goccia di sapone liquido.
Ora, le fasi per isolare i micro fossili sono: agitata, decantazione, asportazione del liquido surnatante con una siringa, aggiunta di nuova acqua.
La sequenza è da ripetere da capo finché l’acqua non resta pulita.


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A questo punto ci serve un setaccio a maglie fini, diciamo tra 0,3 e 0,1 mm.
Depositiamo la poltiglia sul filtro e lasciamo scorrere un filo d’acqua in modo da dilavare la parte più fine del terreno. L’ultimo lavaggio lo faremo con acqua distillata.
Resteranno sul filtro le particelle più grossolane: tanti saranno piccoli sassolini senza importanza, ma alcuni possono essere interessanti fossili preistorici.

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Lasciata asciugare la parte solida, andremo poi ad esaminarla ma, date le dimensioni, lo faremo con l’aiuto di uno stereo microscopio o, almeno, di una lente.

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Per catturare i piccoli fossili possiamo utilizzare uno stuzzicadenti con la punta inumidita: basta toccarli e questi aderiscono al legno, poi li si deposita su di un vetrino su cui abbiamo steso un velo di colla.


Ed ecco una “pescata” di fossili vecchi oltre cento milioni di anni:

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Da sin. Foraminiferi, Globigerine, Bulimina, aculei di echinidi


Certamente l’ordine dei Foraminifera è il più ricorrente, essendo piccoli e con scheletro calcareo, sono abbastanza protetti ed è frequente ritrovarne anche di molto belli.
Alle volte la loro forma è molto aggraziata e, ripresi in contro luce, sembrano delle cornucopie di cristallo.

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Apparentemente insignificanti invece le piccole Orbitoline ed i Nummuliti, così chiamati perché assomigliano a delle monetine di pietra, ma molto interessanti perché in realtà sono una unica cellula gigante accresciuta per strati successivi e piena di buchi attraverso i quali passano gli pseudo podi, filamenti che fuoriescono dalle aperture e funzionano come dei remi. Invece, molto bella la cellula nummulitica se sezionata nei suoi piani ortogonali:

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Nummulite in sezione


Naturalmente molto frequenti i molluschi, anche se molti, come i bivalvi, sono troppo spesso frantumati per la delicatezza e la fragilità della loro conchiglia. Ben rappresentati invece i gasteropodi, dotati di un ben più robusto involucro.

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Da sin. gasteropodi, aculei di riccio, foraminiferi, bivalvi



Per terminare, una carrellata di fossili trovati, magari non in giardino, ma pur sempre in terreni ben lontani dal mare (la punta di spillo serve come confronto dimensionale):

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Gasteropodi




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Foraminiferi e  globigerine




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Nummuliti – Orbitoline




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Foraminiferi




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Bivalvi gasteropodi






P.S.: mi scuso con i veri esperti di paleontologia per i miei termini poco precisi, ma il mio primo pensiero è per la divulgazione e, talvolta, l'eccessivo semplificare porta a qualche inesattezza.


#85686 Burmite

Inviato francomete in 19 gennaio 2017 - 05:23

Dopo anni di rincorse sono riuscito a ritirare una piccola collezione di ambra di Myanmar (ex Birmania), ambra cretacea di circa 98 milioni di anni.
Non avendone mai presa in mano una, mi sono lasciato coinvolgere e devo dire che ne è valsa la pena.
Sono ambre particolari, abbastanza sporche nel senso che sono piene di inclusioni, a volte hanno una trasparenza leggermente lattiginosa, in ogni caso veramente strapiene di scorie vegetali, piccoli insetti, peli, e altre amenità :)
In questi miei piccoli cabochon lucidati ho trovato un po' di tutto, tutte cose abbastanza comuni, niente rarità importanti.
Grilli, larve, acari, ragni di 2-3 specie, coleotteri come piovesse, vespine, zanzarine e moscerini di diversi tipi, mosche, millepiedi.
Le inclusioni sono veramente microscopiche e si possono apprezzare al meglio solo con un micro stereo, allora diventano veramente interessanti. Le dimensioni dei cabochon vanno da poco più di 1cm ai 3,2 cm.
Gli insetti anche se completi dimostrano gli anni che hanno, sono tutti di discreta-mediocre qualità, niente a che vedere con le inclusioni in ambra dominicana che al confronto sembrano "vive", ovvio visto che sono 5 volte più recenti.

Burmite_group.JPG

Un piccolo coleottero

Bur_coleottero.JPG

Un tipulidae

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Grillo e 2 ragni

Bur_grillo_ragni.JPG

Un millepiedi

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La fluorescenza è veramente forte, simile alla blu dominicana, va dal verde chiaro al turchese, segno che queste ambre non sono state rimaneggiate, riscaldate o alterate in alcun modo.

Bur_fluo.JPG


#77907 Stromatolite più antica (nuovo arrivo)

Inviato Ebo in 24 settembre 2015 - 08:18

Finalmente dopo più di un mese di attesa ho ricevuto dall'Australia una lastra che contiene la testimonianza più antica dell'attività biologica sulla Terra attualmente nota, e che mi sostituisce la precedente proveniente da Strelley Pool (sempre Australia) e datata a 3.43 miliardi di anni (http://spacewardboun...romatolites.pdf).

Proviene dall'area del North Pole Dome, nell'Australia occidentale, al centro del East Pilbara Granite-Greenstone Terrane, dalla Dresser Formation, Talga Talga Subgroup, Warrawoona Group; in questa regione, datata all'Archeano, si rinvengono successioni vulcanico-sedimentarie che sono state poco o nulla deformate e nei livelli datati a 3.49 Miliardi di Anni si rinvengono costruzioni algali (stromatoliti) che sono le più antiche rinvenute attualmente sul nostro pianeta.

Link utili:

http://online.lieber...9/ast.2013.1030 Pubblicazione di riferimento
http://pilbara.mq.ed...ites_at_Dresser
http://www.scienceda...31112163220.htm

Allega miniatura(e)

  • Dresser Fm. 3,49Gy, North Pole Dome (Australia) - 10cm.jpg



#74094 Presentazione mia collezione

Inviato monta1983 in 09 aprile 2015 - 09:05

Buona sera a tutti....volevo farvi vedere la foto della mia vetrinetta....so che per molti di voi non è niente...ma se consideriamo che al 95% è frutto di un'annetto di collezionismo...bè credo non sia male...!
Graditi commenti...grazie!

Allega miniatura(e)

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#72125 Preparazione vinctifer comptoni

Inviato fallenrain in 07 gennaio 2015 - 11:02

Buonasera ,volevo mostrarvi il mio working in progress che è partito dall'inizio di questo periodo festivo.!
Si tratta di un nodulo Brasiliano proveniente dal Brasile e contenente un Vinctifer Comptonii della dimensione di 44 cm..
Lo sto lavorando non convenzionalmente ..ovvero saltando la fase di "splittatura" in due del nodulo e cercando di pulirlo in toto con il vibroincisore pneumatico e in parte a mano  evitando così di lasciare un ben di dio di squame e pelle sul calco negativo del fossile.
Il materiale tolto un primo strato superficiale molto lavorabile in molti tratti in profondità è duro come la morte.
Aggiungo  soltanto che solo arrivando  a questo punto del lavoro  ho già perso il conto delle ore spese sopra.. :wacko:
in attesa del trasferimento in veneto  e del momentaneo stand by di tutti i miei progetti vi faccio vedere qualche fotina...
20141221_183943 (FILEminimizer).jpg il nodulo con qualche ora di lavoro addosso
20150101_163211 (FILEminimizer).jpg
20150107_220237 (FILEminimizer).jpg


#64341 BACAROZIIII....BACAROZZI FRESCHIIII....

Inviato Prejott in 25 febbraio 2014 - 01:40

Ultimi arrivi, proprio di questa mattina e dopo una lunga, meditabonda attesa:

Triarthrus eatoni, ordoviciano superiore, New York.

Mineralizzati in pirite con conservazione delle parti molli.

Misure (a meno delle antenne): A 16mm; B 8mm (sul retro della lastra dell'A); C 7mm

Scusate per la qualità delle foto ma, non riuscendo a farle al microscopio, mi arrangio con lo scanner...

Allega miniatura(e)

  • A.jpg
  • B.jpg
  • C.jpg



#90428 In Germania il primo plesiosauro triassico "il più antico plesiosauro"

Inviato niccosan in 22 dicembre 2017 - 08:20

In una cava vicino alla città tedesca, lo scheletro di un antichissimo rettile marino

PERCHE’ SE NE PARLA
Con il suo lungo collo, la testa piccola, le pinne, il plesiosauro è considerato l’antenato preistorico del Mostro di Lochness. O, per meglio dire, è l’animale realmente esistito che più somiglierebbe alla creatura scozzese per come la narrazione popolare l’ha descritta. Ebbene, in Germania del nord, in una cava di argilla presso la cittadina di Bonenburg, è stato ritrovato il fossile di un plesiosauro antichissimo, che dimostra con certezza l’ipotesi secondo cui il successo di questo rettile acquatico fu davvero notevole in termini evolutivi. Il fossile ritrovato apparterrebbe infatti al Triassico, epoca che corrisponde ad uno dei periodi di maggiore ‘crisi’ della storia del mondo, costellata, soprattutto alla fine, di estinzioni di massa. Ma diversi altri fossili di plesiosauro ritrovati appartengono ad epoche successive, come il giurassico e il cretacico. Questo dimostra che il rettile riuscì a sopravvivere ad alcune delle più catastrofiche estinzioni di massa.

PERCHE’ ANDARE
Questa versione preistorica del Mostro di Lochness è un esemplare giovane, di circa 200 milioni di anni. Le sue ossa saranno preziosissime per i ricercatori che trarranno conclusioni su come sia sopravvissuto all’estinzione della sua epoca. Che il plesiosauro avesse avuto un notevole successo evolutivo era un’ipotesi già avanzata, e questo fossile così antico l’ha confermata. Il plesiosauro ha attraversato ere geologiche, e ha colonizzato tutti i mari. E questo esemplare, denominato Rhaeticosaurus mertensi darà nuova linfa agli studi sulla sua specie. In attesa di sapere dove verrà esposto, conoscere la sua incredibile storia è assolutamente affascinante. Oltre a ciò, perché andare a Bonenburg? Con tutto il rispetto, il paesino tedesco potrebbe non avere molto da offrire se non uno spaccato di vita rurale.

DA NON PERDERE
In compenso se viaggiate con i bambini a un paio d’ore di automobile da Bonenburg, vicino ad Hannover, c’è il DinoPark, un parco divertimenti a tema preistorico. In Germania in effetti i ritrovamenti fossili dei grandi rettili che un tempo abitavano la terra sono stati molti.

http://www.turismo.i...nesss-id-16365/

plesio_antico_germania.jpg

http://www.trt.net.t...entdeckt-867126

https://www.research...SAUR_LOCOMOTION

http://www.dailymail...er-thought.html

https://blog.everyth...plesiosaur.html


#84869 Nuovo crostaceo

Inviato glu in 25 novembre 2016 - 08:56

Rompo il silenzio di questi ultimi giorni con il mio ultimo arrivo in collezione. In realtá ne ho aggiunti abbastanza ultimamente ma per i soliti ovvi e detti motivi non li posto qui. Comunque é lungo circa 9 cm ed é un classico del giacimento di Solnhofen.
Eryon arctiformis, Titoniano, Solnhofen, Germania

Allega miniatura(e)

  • Screenshot_2016-11-25-20-39-09-1.png



#80442 l'impronta digitale del tempo...

Inviato Prejott in 03 gennaio 2016 - 10:45

Si, lo so...vi immaginavate chissà che cosa dal titolo...
Ma era solo per mostrarvi questa scheggia di ambra cretacea albiana di Teruel, Spagna.
In vero niente di che, mi piaceva il disegno ansiforme e ve l'ho postato :)

Allega miniatura(e)

  • teruel002.jpg



#80340 Particolari d'Ambra

Inviato Enotria in 30 dicembre 2015 - 11:46

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1.JPG



2.JPG




3.JPG



4.JPG




5.JPG



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;)


#74614 ultima preparazione di CLAUDIOSAURUS,Permiano del Madagascar

Inviato Udinora in 01 maggio 2015 - 04:35

Oggi festa del lavoro ho terminato questo pezzo, un'avventura avventurosa, comunque è fatta. Ho pensato di allietarvi la vista, dopo una settimana di discussioni travagliate e .......

Allega miniatura(e)

  • Inizio avanzato.JPG
  • Due.JPG
  • Tre.JPG
  • Quattro.JPG
  • Cinque.JPG
  • Sei.JPG
  • Fine lavori.JPG



#72721 Scotoharpes

Inviato Prejott in 07 febbraio 2015 - 01:53

Scotoharpes spaskii
Ordoviciano medio del Wolchow, San Pietroburgo.
Diametro (visto che è praticamente rotondo :) ) circa 25 mm

Allega miniatura(e)

  • sco.jpg



#70220 Libano 2

Inviato fallenrain in 15 ottobre 2014 - 09:00

Salve a tutti ,vi volevo mostrare un altro pezzo del Libano preparato con cesello pneumatico e qualche passaggio in acido acetico(pochi a dire il vero potrei pure continuare un pò..)
Ovviamente si tratta di un eurypholis  Boissieri dimensioni crica 11.5 cm..
Come si trovava il materiale ..20141009_223401 (FILEminimizer).jpg
20141012_200636 (FILEminimizer).jpg
20141015_184231 (FILEminimizer).jpg
20141015_200221 (FILEminimizer).jpg
20141015_213952 (FILEminimizer).jpg


#70069 IL MIO LABORATORIO

Inviato Enotria in 10 ottobre 2014 - 04:25

Posso partecipare anch'io, anche se non ho un vero laboratorio di paleo ?

Io, man mano che i figli crescevano e se ne andavano fuori casa, piano piano, zitto zitto, occupavo le loro camere e i loro spazi, con tutte le mie cianfrusaglie.

Così, dopo i primitivi laboratori della mia gioventù, assemblati alla bene e meglio nei magazzini esterni alla casa (Elettronica, Meccanica e Falegnameria), qui vedete il laboratorio Radioattività, che è stato il primo assemblato in casa, sfruttando la fuoriuscita di mio figlio Paolo.

Geiger.JPG

Poi è stata la volta della camera di Simona, e così ne ho approfittato per sistemare il laboratorio di Microscopia:

Microscopi.JPG

Finalmente, da un paio di anni, ho poi recuperato un'altra stanza, che è diventata il laboratorio di Meccanica CNC, così sono riuscito a mettere al sicuro dalla umidità la mia fresa a controllo numerico ed altri attrezzi un po' delicati.

Meccanica_CNC.JPG

Ora, spero solo di non ammalarmi di paleontologite, perché se dico a mia moglie che mi serve un'altra stanza per la sabbiatrice ed il martello demolitore, mi sa che mi caccia di casa.

Già, perché io sono ospite, un po' invadente, ma sempre ospite sono !


:bye:


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